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Анелия Ибарбия - Итальянские сказки / Fiabe Italiane

Здесь можно купить и скачать "Анелия Ибарбия - Итальянские сказки / Fiabe Italiane" в формате fb2, epub, txt, doc, pdf. Жанр: Сказка, издательство Литагент «АСТ»c9a05514-1ce6-11e2-86b3-b737ee03444a, год 2014. Так же Вы можете читать ознакомительный отрывок из книги на сайте LibFox.Ru (ЛибФокс) или прочесть описание и ознакомиться с отзывами.
Анелия Ибарбия - Итальянские сказки / Fiabe Italiane
Рейтинг:
Название:
Итальянские сказки / Fiabe Italiane
Издательство:
неизвестно
Жанр:
Год:
2014
ISBN:
978-5-17-085034-1
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Описание книги "Итальянские сказки / Fiabe Italiane"

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Книга содержит двенадцать итальянских сказок на разные сюжеты – как волшебные, так и бытовые. Тексты сказок упрощены и сокращены, сопровождаются комментариями и упражнениями на понимание прочитанного, в конце книги расположен небольшой словарь. Занимательные итальянские сказки позволят вам погрузиться в удивительный мир итальянского фольклора. Чтение итальянских сказок в оригинале не только поможет в изучении языка, но и даст прекрасную возможность познакомиться с культурой Италии.

Книга предназначается для тех, кто только начинает свое знакомство с итальянским языком (уровень 1 – для начинающих).






4. In fretta e furia portarono il pane alla comare.

I tre desideri

Una volta, tanto tempo fa, in una grande foresta, viveva un boscaiolo. Lui abitava in una capanna di tronchi, lavorava ogni giorno ad abbattere gli alberi e guadagnava abbastanza da mantenere sé e la moglie[24]. Una mattina andò come al solito al lavoro. Aveva deciso di abbattere una grande quercia, e faceva già il conto[25] tutto contento di quante tavole e di quanta legna avrebbe ricavato. Prese la sua scure, si gettò sulle spalle il sacco con un pezzo di pane e una borraccia d’acqua e si avviò. Giunto alla quercia[26], gettò il sacco a terra, si levò la giacca e sollevò la scure come se[27] avesse voluto abbattere la quercia con un colpo solo. Ma al colpo non cadde affatto. Dalla quercia uscì una vocina sottile e subito dopo, una meravigliosa fata apparve al boscaiolo, che rimase a bocca aperta e si lasciò sfuggire la scure dalle mani[28]. La fata lo pregò: “Buon uomo, risparmia questo albero, ed io saprò ricompensarti”. Il boscaiolo impietosito e confuso, rispose: “Farò come tu desideri, bella fata”. Raccolse la scure, si gettò la giacca e il sacco sulle spalle e fece per andarsene[29]. Ma la bella fata lo trattenne: “Ti ringrazio, buon uomo. Voglio premiare il tuo buon cuore; esprimi tre desideri e quel che desideri accadrà”. Detto questo scomparve. Il boscaiolo si incamminò verso casa. Strada facendo gli venne un appetito straordinario[30] e, ancora prima di varcare la soglia gridò alla moglie: “Moglie, dammi subito il pranzo perché ho una fame da lupi[31]”. “Il pranzo? Caro mio, dovrai pazientare almeno un’oretta, non ti aspettavo tanto presto. E cosa vorresti per pranzo?” “Budino di riso. Ma voglio una pentola grande come questa tavola. Aveva appena finito di parlare che comparve sulla tavola una pentola piena di budino fumante. Il boscaiolo e sua moglie spalancarono gli occhi; solo allora l’uomo si ricordò della fata del bosco e si batté un colpo sulla fronte. “Ah che stupido che sono[32]!” E raccontò alla moglie quello che gli era successo. “Sei proprio uno stupido, il re degli stupidi!” lo sgridò la moglie. “Vorrei che questa pentola ti si attaccasse al naso”. Non aveva ancora finito di parlare che la pentola si attaccò al naso del boscaiolo, costringendolo a piegare la testa fino a terra[33]. Il boscaiolo e sua moglie spalancarono gli occhi più di prima e cominciarono a tirare la pentola per farla venire via, ma non c’era verso di staccarla. “Adesso come si fa?” si domandarono l’un l’altro, lasciando cadere le braccia per la stanchezza. Che fare? Ormai non restava che pronunciare il terzo desiderio: “Che la pentola si stacchi dal naso!” Non avevano ancora finito di dirlo che la pentola ricadde sulla tavola con un gran fracasso. Il boscaiolo e sua moglie si sedettero a tavola e mangiarono il budino di riso. Era proprio squisito, in tutta la loro vita non avevano mai mangiato roba tanto buona… per forza[34] lo aveva cucinato la fata.

Упражнения

1. Выберите правильный вариант:

1. Il boscaiolo voleva abbattere l’abete.

2. Il boscaiolo voleva abbattere il tiglio.

3. Il boscaiolo voleva abbattere la quercia.

4. Il boscaiolo voleva abbattere il pioppo.

2. Che cosa volle mangiare il boscaiolo?

1. Il pesce.

2. Il budino di riso.

3. Il pasticcio.

4. La pasta.

3. Вставьте пропущенное слово:

1. Aveva deciso di _____ una grande quercia.

2. Ma voglio una _____ grande come questa tavola.

3. Lui abitava in una _______________, lavorava ogni giorno ad abbattere gli alberi e guadagnava abbastanza da mantenere sé e la moglie.

4. Voglio ________ il tuo buon cuore; esprimi tre desideri e quel che desideri accadrà.

4. Выберите нужный глагол:

Aveva appena finito di parlare che ________ sulla tavola una pentola piena di budino fumante.

1. scomparì.

2. comparve.

3. fuggì.

4. sbiadì.

5. Выберите нужный предлог:

di – a – per

1. Aveva deciso _____ abbattere una grande quercia, e faceva già il conto tutto contento ____ quante tavole e ____ quanta legna avrebbe ricavato.

2. Ma _____ colpo non cadde affatto.

3. Il boscaiolo e sua moglie spalancarono gli occhi più ____ prima e cominciarono _____ tirare la pentola _____ farla venire via.

4. E raccontò _____ moglie quello che gli era successo.

6. Поставьте глаголы в нужную форму:

1. (Volere) che questa pentola ti (attaccarsi) al naso.

2. Dalla quercia (uscire) una vocina sottile e subito dopo, una meravigliosa fata (apparire) al boscaiolo.

3. (finire) appena di parlare che (comparire) e sulla tavola una pentola piena di budino fumante.

4. (Raccogliere) la scure, (gettarsi) la giacca e il sacco sulle spalle.

7. Ответьте на вопросы:

1. Perché il boscaiolo volle abbattere la quercia?

2. Che cosa mangiarono i coniugi?

3. Che cosa promise la fata al boscaiolo?

4. Dove abitava il boscaiolo?

5. Raccontare il testo.

Ответы:

1. Il boscaiolo voleva abbattere la quercia.

2. Il budino di riso.

3.

1. Aveva deciso di abbattere una grande quercia.

2. Ma voglio una pentola grande come questa tavola.

3. Lui abitava in una capanna di tronchi lavorava ogni giorno ad abbattere gli alberi e guadagnava abbastanza da mantenere sé e la moglie.

4. Voglio premiare il tuo buon cuore; esprimi tre desideri e quel che desideri accadrà.

4. comparve.

5.

1. Aveva deciso di abbattere una grande quercia, e faceva già il conto tutto contento di quante tavole e di quanta legna avrebbe ricavato.

2. Ma al colpo non cadde affatto.

3. Il boscaiolo e sua moglie spalancarono gli occhi più di prima e cominciarono a tirare la pentola per farla venire via.

4. E raccontò alla moglie quello che gli era successo.

Le streghelle

C’era una volta un cervo che viveva in una casupola vicino al bosco assieme ad un bambino. Ogni giorno quando usciva per andare a pascolare diceva al bimbo:” Tu non aprire mai a nessuno”. “Vai tranquillo, non farò entrare nessuno” rispondeva il bimbo.

Un giorno mentre il cervo era al pascolo ed il bambino era solo in casa si udirono colpi alla porta[35]. “Bimbo, fa freddo, apri lo stanzino; appena ci riscaldiamo, subito ce ne andiamo” dicevano delle strane vocine. “Io non devo aprire a nessuno” rispose il bimbo e non aprì. “Hai fatto bene” lo lodò il cervo, dicendogli che le vocine erano delle streghelle e che se le avesse fatte entrare lo avrebbero portato via[36]. Il giorno dopo, non appena[37] il cervo se ne andò, qualcuno bussò alla porta. “Oh che freddo, che freddo fa! Bimbo, bambino apri lo stanzino appena ci riscaldiamo subito ce ne andiamo!!” “Poverine, come tremano dal freddo là fuori; magari poi non sono così cattive, aprirò quanto basta perché[38] possano riscaldarsi” pensò e così aprì la porta. Appena furono dentro lo stanzino le streghelle presero il bimbo e lo portarono via dalla casupola. “Povero me” piangeva il bimbo ricordandosi del cervo e si mise a gridare[39] sperando che lo sentisse. Infatti lo sentì e dopo avere attraversato valli e monti si presentò con le sue enormi corna davanti alle streghelle che lasciarono il bimbo e sparirono. “Cosa ti avevo detto? La prossima volta non chiamarmi in aiuto” disse al bambino con aria seria. Dopo qualche giorno, mentre il bimbo era di nuovo a casa da solo si ripresentarono le streghelle e bussarono alla porta. “Bimbo, apri lo stanzino” mormorarono. “Non aprirò, vi conosco e non voglio essere portato via da voi” gli rispose. “Non temere, non ti faremo nulla, abbiamo tanto freddo, vorremmo solo riscaldarci e poi andremo subito via” dissero piangendo e supplicando. Il bambino dopo un po’ si commosse ed aprì la porta… e le streghelle con un balzo lo ghermirono e lo portarono via con loro. “Oh, perché non ho ubbidito, stavolta il mio amico cervo non verrà a liberarmi” pensava e piangendo cominciò a gridare affinché lo sentisse. Il cervo questa volta era talmente lontano che non lo udiva e nel frattempo le streghelle portarono il bimbo a casa loro dentro uno sgabuzzino, rimpinzandolo di cibo affinché diventasse bello grasso per poi farlo arrosto.

Dopo qualche tempo le streghelle decisero che il bambino era abbastanza grasso e lo portarono verso il forno. Il bambino gridava così forte sperando che lo sentisse il cervo. Attraverso valli e monti il cervo udì ed arrivò, prese il bimbo fra le corna e lo portò nella casupola. Da quel giorno il bimbo ubbidì sempre al cervo e non aprì mai a nessuno e le streghelle non vennero mai più.

Упражнения

1. Выберите правильный вариант:

1. Il bambino abitava con l’orso.

2. Il bambino abitava con il gatto.

3. Il bambino abitava con il cervo.

4. Il bambino abitava con la volpe.

2. Perché il cervo vietò di aprire la porta?

1. Perché fuori fa freddo.

2. Perché le streghelle possono portare via il bambino.

3. Perché questo è molto pericoloso.

4. Perché il fuoco può spegnersi.

3. Вставьте пропущенное слово:

1. Il giorno dopo, non appena il cervo se ne andò, qualcuno _____ alla porta.

2. Dopo qualche tempo le streghelle _______ che il bambino era abbastanza grasso.

3. Non aprirò, vi ______ e non voglio essere portato via da voi.

4. Appena furono dentro ______le streghelle presero il bimbo e lo portarono via dalla casupola.

4. Выберите нужный глагол:

Il cervo questa volta era talmente lontano che non lo udiva e nel frattempo le streghelle ______ il bimbo a casa loro dentro uno sgabuzzino.

1. presero

2. portarono

3. lasciarono

4. misero

5. Выберите нужный предлог:

a – in – da – con

1. Un giorno mentre il cervo era ___ pascolo ed il bambino era solo ___ casa si udirono colpi ____ porta.

2. Appena furono dentro lo stanzino le streghelle presero il bimbo e lo portarono via ____ casupola.

3. Infatti lo sentì e dopo avere attraversato valli e monti si presentò ___ le sue enormi corna davanti ___ streghelle che lasciarono il bimbo e sparirono.

4. ____ quel giorno il bimbo ubbidì sempre ___ cervo e non aprì mai ____ nessuno e le streghelle non vennero mai più.

6. Поставьте глаголы в нужную форму:

1. Dopo qualche giorno, mentre il bimbo (essere) di nuovo a casa da solo (ripresentarsi) le streghelle e (bussare) alla porta.

2. Ogni giorno quando (uscire) per andare a pascolare (dire) al bimbo.

3. Le vocine (essere) delle streghelle e che se le (fare) entrare lo (portare via).

4. Il bambino (gridare) così forte (sperare) che lo (sentire) il cervo.

7. Ответьте на вопросы:

1. Che cosa diceva il cervo al bambino ogni giorno?

2. Perché il bimbo non ubbidì?

3. Che cosa dicevano le streghelle al bambino?

4. Le streghelle erano buone?

5. Raccontare il testo.

Ответы:

1. Il bambino abitava con il cervo.

2. Perché le streghelle possono portare via il bambino.

3.

1. Il giorno dopo, non appena il cervo se ne andò, qualcuno bussò alla porta.

2. Dopo qualche tempo le streghelle decisero che il bambino era abbastanza grasso.

3. Non aprirò, vi conosco e non voglio essere portato via da voi.

4. Appena furono dentro lo stanzino le streghelle presero il bimbo e lo portarono via dalla casupola.

4. portarono.

5.

1. Un giorno mentre il cervo era al pascolo ed il bambino era solo in casa si udirono colpi alla porta.

2. Appena furono dentro lo stanzino le streghelle presero il bimbo e lo portarono via dalla casupola.

3. Infatti lo sentì e dopo avere attraversato valli e monti si presentò con le sue enormi corna davanti alle streghelle che lasciarono il bimbo e sparirono.

4. Da quel giorno il bimbo ubbidì sempre al cervo e non aprì mai a nessuno e le streghelle non vennero mai più.

La tessitrice

Tanto tempo fa una donna tesseva la tela vicino alla finestra. Lei tirava la navetta da destra a sinistra, poi prendeva il filo in bocca e tornava a tirare[40] la navetta nello stesso senso, da destra a sinistra. Passò un vecchio, nessuno sapeva da dove venisse. Aveva una gran barba bianca. Si fermò un attimo a guardare la tessitrice, poi le disse: “Perché prendi il filo in bocca, invece di[41] far passare la navetta una volta da destra a sinistra e una volta da sinistra a destra?” La tessitrice provò a fare come aveva detto il vecchio, la navetta andava avanti ed indietro rapidamente, il lavoro era assai più spedito. Il vecchio andò avanti[42] e vide un contadinello che stava arando. Egli arava un solco, giunto in fondo al campo prendeva in spalla l’aratro e tornava in principio, e qui cominciava a tracciare un altro solco. Il vecchio stette un po’ a guardarlo, poi disse: “Senti, quando sei in fondo al campo, perché non giri il cavallo e non ari un solco anche mentre torni indietro?”

Il contadino provò a fare come diceva il vecchio, arava un solco andando su, un altro tornando giù e il lavoro andava avanti più velocemente. Il giorno dopo quel vecchio ripassò per la stessa strada e vide il contadinello che arava in su e in giù. “Chi ti ha insegnato ad arare così bene?” domandò il vecchio. “Ma sei stato tu, nonno, ieri sera quando sei passato di qui”. Il vecchio sorrise e disse: “Bravo. E io ti dico che un giorno lavorerai e per tutto da mangiare avrai”. Poi il vecchio passò sotto la finestra della tessitrice, stette un po’ a guardare la navetta che correva svelta in su e in giù e le domandò: “Chi ti ha insegnato a tessere così bene?” “Nessuno, ho imparato da sola.” rispose la tessitrice, senza neanche guardarlo in faccia. Il vecchio si oscurò in volto, scosse la testa e disse: “E allora ti dico che un anno intero lavorerai e più di un fazzoletto non tesserai”. E se ne andò.

I tredici briganti

Dice che una volta c’erano due fratelli. Uno faceva il ciabattino[43] ed era ricco, l’altro il contadino ed era senza nulla. Un giorno il contadino era in campagna, e vide tredici uomini sotto un albero di quercia, con certi coltellacci. “I briganti!”, pensò il contadino, e si nascose; li vide avvicinarsi alla quercia e il capo disse: – Apritiquercia[44]! – Il tronco s’aperse e a uno a uno i tredici briganti ci entrarono. Il contadino restò nascosto[45] ad aspettare. Dopo un po’ i briganti uscirono, uno a uno, e l’ultimo fu il capo. – Chiuditiquercia[46]! – disse, e la quercia si richiuse. Quando i briganti se ne furono andati, il contadino volle provare anche lui. S’avvicinò all’albero e disse: – Apritiquercia! L’albero s’aperse e lui passò. C’era una scala che andava sottoterra; scese e si trovò[47] in una caverna. Una caverna, dalla terra al soffitto, piena di roba ammonticchiata: un monte di monete d’oro, uno di brillanti, uno di marenghi, un altro d’oro, un altro di brillanti, un altro di marenghi, ancora uno d’oro, uno di brillanti, uno di marenghi; e così via, fino a tredici. Il contadino cominciò a guardare, a empirsi gli occhi di quel luccichio: empiti gli occhi cominciò a empirsene le tasche della giacca, poi le tasche dei calzoni, poi si strinse bene in fondo i calzoni e a lenti passi tintinnanti[48] tornò a casa. – Che t’è successo[49]? – gli disse la moglie vedendolo arrivare a quel modo. Lui cominciò a rovesciare le tasche e i pantaloni, e le raccontò tutto. Per misurare i soldi, gli serviva uno stoppello; ma lui non l’aveva; così mandò a chiederlo in prestito al fratello. Il ciabattino pensò: “Cosa mai avrà da misurare mio fratello che non ha mai avuto nulla al mondo? Voglio vedere un po”, e impastò una lisca di pesce sul fondo dello stoppello. Quando gli restituirono lo stoppello andò subito a vedere cosa c’era rimasto attaccato e figuratevi[50] come rimase quando vide un marengo! Andò subito a trovare il fratello. – Dimmi chi t’ha dato questi soldi! – E il contadino gli raccontò. Il ciabattino allora gli disse: – Be’, fratello, mi ci devi portare anche a me. Io ho figli, e ho più bisogno di soldi di te!


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